Sei l’unica pelle da cui non mi separo mai


Quando le mura di casa si trasformano in prigione, cosa resta dei suoi abitanti? Padre, marito, amante e imprenditore, ma soprattutto un uomo alla ricerca del senso della propria esistenza. Un cammino di vita fatto di abusi, tradimenti, amori e silenzi ingombranti portati su quei “trenta centimetri di spalle” di bambino.

Nessun’altra vita in cambio


Un’infanzia trascorsa nel lungo e stretto corridoio di casa, tra partite di basket con canestri immaginari, odore di pesci gatto e ambigui gesti d’affetto.
Un bambino nato in via San Felice, che diventa ragazzo a Porta Mascarella per ritrovarsi adulto a Casalecchio di Reno. La sua anima cresce tra mani che sfiorano, toccano, picchiano e braccia che amano, prendono e possiedono.
A osservarlo crescere il clown del quadro appeso sulla linea di simmetria del primo appartamento, che lo segue anche nella sua camera di adolescente dopo il trasloco che segna la fine del matrimonio tra i suoi genitori. Arrivando a riconoscersi, egli stesso, in quel pagliaccio dal naso rosso che incute timore alle sue figlie.

“Gigi era entrato. Di nuovo smarrii quattro sensi. Ero un cieco sordo monco senza naso. Ero diventato un sommelier sopraffino. Un palato infallibile, papille gustative accese come i recettori dei linfociti in presenza del germe. Il gusto era divenuto così potente che prelevò un campione di quell’incontro e lo confezionò sottovuoto nel museo privato dei ricordi. Come paragone o unità di misura per sempre nei secoli dei secoli a venire, per riconoscere il sapore più nauseante al mondo, frutto di un casuale impasto tra vino rancido, tabacco stantio e collutorio alla menta. Servito sulla punta di una lingua ruvida e rivestita di bava. Un bacio violento e soffocante, che non riuscivo a staccarmi di dosso, che non potevo interrompere nemmeno per respirare o sputare. Quando concluse, sentii la sua mano scivolare sotto le coperte, e a quel punto il vecchio in cui mi ero trasformato s’impuntò e con una calma glaciale pronunciò queste parole:

“Stasera no! Non posso, domani ho una giornata faticosa a scuola, vai a dormire!”
Risuonarono talmente strane e perentorie che quel corpo fradicio e puzzolente si alzò di scatto e richiuse la porta. Mi sentii potente e padrone del mio destino.”

Nessun’altra vita in cambio


Romanzo

256 pagine – Tascabile


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 18 recensioni
 scritta da Lorenzo on Maurizio Tocci | Scrittore

Assolutamente consigliato!
È la vita di Arma, dall'infanzia all'età adulta avanzata.
La sua vita, come quella di molti altri, coi suoi momenti alti e suoi momenti bassi. Si affrontano temi durissimi come la separazione dei genitori, la pedofilia, la depressione, la forza di riuscire a sostenere sempre il migliore amico (anche nonostante la malattia).
Il messaggio che emerge per me è estremamente chiaro, di fronte a qualsiasi avversità che ti può capitare è fondamentale non mollare mai la presa e trovare sempre il modo per rialzarsi; a maggior ragione anche nei momenti in cui si arriva a toccare il fondo (come un pugile KO) ed è altrettanto importante trovare e accettare l'aiuto di persone che sono lì apposta per tenderti la mano e starti vicino. Noi non siamo mai soli e abbiamo tutti gli strumenti per farcela perché non vogliamo NESSUN' ALTRA VITA IN CAMBIO...
I tre aggettivi che attibuirei a questo libro sono: Potente, Emozionante e Attuale.
I miei migliori complimenti all'autore.
Ripeto, assolutamente consigliato!

Un’età accumulata in anni di impoverimento sociale e culturale. Ogni esperienza depositata sul fondo dell’anima, come limo. Quell’inconscio, che attraverso il flusso della scrittura, diviene pellicola fertile, ogni volta che inonda i percorsi e le rotte solcate in solitudine.

Di tutti gli studi compiuti, sono rimasto affascinato, non a caso, dalla Legge della conservazione della massa e dalla Sedimentologia. Un germoglio sbocciato in una fenditura del marciapiede. Da dove sia piovuto il seme è la domanda che mi perseguita.

Il destino e il passato, l’istinto e il ricordo indelebile, in questa trama ritrovo il mio DNA. Amo le donne, soprattutto le figlie, stelle di questa navigazione a vista.
Per il resto lavoro nel mondo artigiano. È duro, ha pochi privilegi e vi regna quella pura anarchia che mi assomiglia ogni giorno di più.

Sogno in vecchiaia di contemplare l’Italia dalla costa del basso Epiro. Seduto al tavolo di una fumosa taverna, assaporando la salsedine dello Ionio e due dita di ouzo. Qualcosa di semplice che mi faccia sentire a casa e, soprattutto, mi doni il senso dell’odissea che ho scelto di intraprendere.